Siamo plastici, non di plastica: la neuroplasticità per i leader di domani
Avete presente quando diciamo “non si smette mai di imparare”? Ecco, sappiate che oggi anche le Neuroscienze hanno confermato questa verità.
Il cervello è una parte di noi davvero affascinante. Capire ciò che accade dentro e intorno a noi ci aiuta a dare senso anche alle semplici azioni quotidiane. Essere consapevoli innesca una catena di significati che può orientare le nostre scelte e attivare nuovi modi di agire.
Gli studi neuroscientifici avanzano ormai da anni a ritmo velocissimo e continuano a mettere in discussione convinzioni e conoscenze del passato. Per esempio, era opinione comune che intorno all’età di 20-25 anni il cervello smettesse di svilupparsi anzi, in casi estremi, si pensava che dopo la pubertà le trasformazioni fossero solo di natura negativa: l’invecchiamento delle cellule, l’inguaribilità dopo traumi significativi come gli ictus, ecc.. Be’, sappiate che non è così!
Il cervello si modifica e sviluppa durante il corso di tutta la nostra vita e, cosa ancora più affascinante, possiamo creare nuovi circuiti neurali, rafforzare quelli già esistenti e indebolirne altri attraverso i nuovi comportamenti.
Attivare un nuovo comportamento significa generare un cambiamento fisico nel nostro cervello, creare una nuova configurazione neurale che corrisponde esattamente a tutto ciò che serve per realizzarlo e che per noi rappresenta un’autentica novità.
Tutto questo prende il nome di neuroplasticità. Il nostro cervello può modificarsi in continuazione, creare nuove strutture di pensiero e modelli di azione. Ogni volta che accade qualcosa di nuovo in noi, il nostro cervello cambia. I processi di apprendimento, dunque, sono un vero e proprio allenamento per “tonificare” e rafforzare i collegamenti neuronali del nostro sistema cerebrale.
Fatta questa premessa è facile intuire l’impatto che la neuroplasticità ha sull’apprendimento e quanto tutto questo possa dare grandi stimoli alle aziende e alle persone.
Si tratta di imparare a imparare ovvero, conoscere cosa accade al nostro cervello nel momento dell’apprendimento e sapersi muovere verso quella direzione ogni qual volta si vuole attivare un nuovo comportamento, una nuova abitudine, un nuovo approccio alla vita e al lavoro.
Tantissimi neuroscienziati non hanno più alcun dubbio e anche noi ne siamo sempre più convinte: apprendimento e neuroplasticità sono due capisaldi che fanno dell’essere umano una creatura in grado di evolvere e di reinventarsi a ogni età.
Si parla sempre più spesso di competenze del futuro. Ecco, credo proprio che le Neuroscienze abbiano tanto da dire e da dare in questo senso. Per i leader di domani sarà sempre più difficile governare i processi perché ci muoveremo su livelli di complessità, incertezza, ambiguità crescenti. Sarà importante attivarsi per prevenire il crollo.
Cominciare da noi è la parte più difficile ma chi ben comincia…
E voi che ne pensate? Quale sarà la competenza davvero indispensabile per i leder del futuro?